Alzheimer e omotossicologia
L’ omotossicologia non è la terapia per il morbo di Alzheimer ma è utile in una gestione integrata di tali pazienti tramite rimedi ben tollerati perché privi di effetti collaterali significativi. La gestione delle patologie concomitanti tramite terapie a basso rischio iatrogeno è essenziale per favorire il decorso dei pazienti con Alzheimer. L’ Alzheimer senile è un processo degenerativo che distrugge progressivamente le cellule cerebrali, rendendo nel tempo l’individuo che ne è affetto incapace di una vita normale. La crescente prevalenza della patologia nella popolazione generale di tutto il mondo è accompagnata da una crescita enorme del suo costo economico e sociale.
Il decorso dell’ Alzheimer può essere diverso, nei tempi e nelle modalità per ogni singolo paziente. La malattia inizia generalmente con un MCI, Mild Cognitive Impairment ovvero un leggero deficit di diverse funzioni cognitive come memoria, orientamento e capacità verbali. Un MCI è comunque frequente nella popolazione anziana e di per sé non è necessariamente indicativo di Alzheimer incipiente. La malattia si manifesta in seguito al suo esordio caratterizzata da amnesia progressiva e altri deficit cognitivi maggiormente marcati. Nelle fasi intermedie e avanzate inoltre, possono manifestarsi problematiche comportamentali e psichiche come il disorientamento nello spazio, nel tempo o nei rapporti. In tali condizioni si aggiungono difficoltà progressive anche nella cura della persona. Ai deficit cognitivi e comportamentali, nelle fasi più avanzate si aggiungono infine complicanze mediche internistiche, che portano a una compromissione progressiva della salute.
La malattia Alzheimer è dovuta a una diffusa distruzione di neuroni, causata principalmente dalla betamiloide, una proteina che, depositandosi tra i neuroni interferisce con il loro corretto funzionamento. La conseguenza di queste modificazioni cerebrali è l’impossibilità per il neurone di trasmettere gli impulsi nervosi, e quindi la morte dello stesso, con conseguente atrofia progressiva. L’ Alzheimer è caratterizzato da una diminuzione nel peso e nel volume del cervello, dovuta ad atrofia corticale, visibile anche in un allargamento dei solchi e corrispondente appiattimento delle circonvoluzioni. A livello microscopico, sono riscontrabili depauperamento neuronale e placche di sostanza amiloide. Tale amiloide non presenta le caratteristiche naturali ma tende a depositarsi in aggregati extracellulari sulla membrana dei neuroni danneggiandoli irreversibilmente. La medicina convenzionale non ha una cura efficace per l’ Alzheimer, ma gestisce le sue complicanze cliniche. Si può, infatti, migliorare la qualità della vita dei pazienti malati e provare a rallentarne il decorso sopratutto nelle fasi iniziali e intermedie. In tal senso integrare interventi per l’assistenza e di cura parentale è fondamentale per il decorso clinico. Per i malati di Alzheimer, una chiara informazione ai famigliari, una buona alleanza di lavoro con il personale sanitario è opportuna per una per durevole ed efficace assistenza.
Sebbene l’ omotossicologia non possa curare il morbo di Alzheimer, essa favorisce il malato quando esprime i multiformi disagi aspecifici che possono accompagnare la patologia. L’omotossicologia contribuisce al benessere generale del paziente, fondamentale per rallentare il decorso della malattia nel tempo. Spesso esiste anche una caratteristica marcatamente psichica dell’ Alzheimer sia per eccesso sia per difetto dell’espressione emotiva. La modulazione di quest’aspetto è altrettanto rilevante per il paziente.
Una buona anamnesi e una visita medica sono essenziali soprattutto per valutare nell’ Alzheimer altre patologie organiche concomitanti e il risentito emozionale del paziente. Secondo l’omotossicologia la malattia è interdipendente dall’incessante lotta che ogni organismo vivente compie per la gestione delle omotossine. Il termine omotossine include le sostanze tossiche provenienti dall’esterno dell’organismo e assunte dallo stesso in vario modo: alimentazione, respirazione, contatto ecc. Altrettanto parte delle omotossine sono i metaboliti connessi al complesso lavoro biochimico necessario per la preparazione dei comportamenti e delle funzioni biologiche. Tale impegno biochimico è produttore di scorie residue da eliminare. Tutte le omotossine devono essere gestite metabolicamente. Quando la loro gestione complessivamente supera un livello di soglia critico, l’organismo ha una maggiore difficoltà nel garantire i complessi meccanismi della regolazione e dell’omeostasi. Un malato di Alzheimer può essere affetto anche da altre patologie, non direttamente legata alla malattia ma ugualmente impegnativa per l’omeostasi e la gestione delle omotossine prodotte. Il trattamento con omotossicologia si avvarrà pertanto di rimedi con funzione drenante le omotossine. Questi ultimi saranno generalmente associati ad altri rimedi omotossicologici indicati per modulare l’espressione emozionale. Infine sono parte del protocollo di terapia rimedi specifici per le eventuali patologie organiche concomitanti alla malattia Alzheimer.
La conoscenza del funzionamento e delle basi metodologiche della medicina omotossicologica sono la premessa per il uno corretto impiego del metodo. I rimedi adottati sono formulati generalmente in compresse o gocce perlinguali. L’assorbimento dei rimedi avviene pertanto in bocca. attraverso le mucose L’ omotossicologia possiede anche una vasta gamma di rimedi iniettabili che estrinsecano un ruolo importante nel trattamento delle malattie più impegnative, contribuendo a ridurre un eventuale fabbisogno di farmaci per via sistemica e favorisce il drenaggio delle omotossine. L’ omotossicologia iniettabile è uno strumento adottato per la cura dei pazienti privo di effetti collaterali degni di nota. Prescrivere e somministrare questa terapia è atto medico in Italia. .L’ iscrizione presso l’ Ordine dei Medici e presso il Registro dei medici che praticano sia agopuntura, sia la medicina omotossicologica, sono una indicazione per il paziente sulla qualità della formazione ricevuta dell’operatore. La metodica non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale , ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa sinergia e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello