Aspettativa di vita e omotossicologia
Ad una lunga aspettativa di vita concorrono diversi fattori in parte modulabili attraverso la condotta di vita in parte ereditati e pertanto immutabili. Lo studio dei centenari nelle diverse aree del pianeta ha permesso di osservare fattori non genetici che possono ispirare la prevenzione e il trattamento al fine di aumentare l’aspettativa di vita e sopratutto la salute. I centenari vivono in luoghi caratterizzati da:
- stile di vita agricolo
- assenza di insediamenti industriali o urbani vicini
- assenza di sistemi sanitari evoluti e intrusivi
- assenza della grande distribuzione in relazione alla fornitura di cibo
- fonti di acqua alcaline
- impianti fognari efficienti
Il comportamento dei centenari sono caratterizzati da
- abitudini di vita modulati dallo scorrere delle stagioni
- abitudini di vita modulati dal rispetto degli orari
- vita fisicamente impegnativa
- stress correlato ad eventi reali e non immaginativi
- igiene
Alla luce di quanto emerge dallo studio dei centenari è importante osservare come i sistemi sanitari evoluti e la grande distribuzione del cibo sono da considerare un fattore aggravante sulla salute e sulla durata della vita. L’inganno con i quale si propongono i farmaci le lo stile di vita da supermercato, come presidi che avrebbero allungato la vita media, basa sul fatto i dati osservati coincidono con il dopoguerra, dove ben altri furono i fattori di maggiore benessere. Inoltre l’aumento della durata della vita osservabile nei gruppi di popolazione trattati con farmaci e alimentati tramite i supermercati coincide con un drammatico aumento della disabilità. I centenari al contrario sono caratterizzati da una piena efficienza fisica e mentale, nulla di più lontano dal disabile finale che producono le cure mediche e l’alimentazione di origine industriale. Caratteristica delle popolazioni con elevata aspettativa di vita è la scarsa propensione alle cure mediche se non quelle naturali con erbe e infusi presenti nelle tradizioni locali.
L’ omotossicologia oltre ad essere un diffuso strumento per la cura delle malattie è da considerare anche come ottimo preventivo dei danni prodotti dall’invecchiamento. L’omotossicologia ha un effetto regolativo sul sistema neurovegetativo, la cui efficienza è in ogni fascia di età, la base funzionale per il mantenimento della salute. L’omotossicologia inoltre sviluppa un effetto antifiammatorio che a differenza di quello farmaco indotto, non è lesivo della salute, ma contribuisce alla riduzione degli episodi infiammatori senza gravare chimicamente nella vita del paziente. Secondo uno studio pubblicato condotto da Vishwajit Nimgaonkar della University of Pittsburgh School of Medicine in Pennsylvannia, vi è una associazione tra infezioni o infiammazioni croniche e declino cognitivo nell’anziano. Trattare le infiammazioni con farmaci al fine di migliorare la salute fisica e cognitiva dell’ anziano appare alla luce dei dati esposto almeno contraddittorio. Al contrario i trattamenti in omotossicologia sviluppano un buon effetto antinfiammatorio, non intermediato da tossicità chimica e pertanto totalmente funzionale anche migliorare la longevità del paziente.
L’ omotossicologia è applicata da un medico L’ iscrizione presso l’ Ordine dei Medici e presso il Registro dei medici che praticano l’omotossicologia predisposto dall’ordine sono una indicazione sulla qualità della formazione ricevuta dell’operatore. L’ omotossicologia non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale. Al contrario l’ omotossicologia stabilisce con esse una virtuosa sinergia e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello, omotossicologia a Roma